lunedì 8 novembre 2010

Nuove dal fronte



La notizia è questa: nasce il coordinamento nazionale dei professori associati (www.professoriassociati.it). Io ho sottoscritto il documento programmatico anche se non condivido tutti i punti esposti ma ho deciso di dare anche il mio contributo a far uscire dal torpore la nostra categoria. Quello che più mi piace è la messa in discussione degli attuali ruoli accademici con il rilancio della proposta del ruolo docente unico. Alcuni spunti interessanti ci sono anche negli emendamenti proposti alla camera (vedi qui). Mi appassiona molto meno la querelle fomentata da Capuzzo-Dolcetta (nostro rappresentante al CUN) ed altri che vorrebbe contrapporre alla richiesta di 9000 posti ad associato dedicati agli attuali ricercatori, quella di un’equivalente trattamento privilegiato per i professori associati. Quasi che tutti i problemi connessi alla riforma si potessero risolvere con una “ope legis” mascherata.

Condivido chi sta cercando di porre al centro dell’attenzione la necessità di certezze come:
- Certo il finanziamento ordinario per le università, la sua equiparazione a quelli della media europea, il criterio ed i tempi per la sua ripartizione (Le date dei DM di ripartizione dell'FFO dal 2004 ad oggi sono: 23 aprile 2004 n. 116, 24 maggio 2005 n. 139, 28 marzo 2006 n. 207, 8 maggio 2007 n. 246, 30 aprile 2008 n. 99, 23 settembre 2009 n. 45, … > 8 novembre 2010);
- Certa la valutazione dei meriti in ricerca, didattica e, aggiungerei io, assunzione di responsabilità di gestione;
- Certezza nella salvaguardia dell’autonomia dell’università con il giusto contrappeso della valutazione ex-post;
- Certezza di una politica di sostegno al diritto allo studio in termini di risorse e di strutture.

A proposito di risorse, Marco Mobili su Il Sole 24 Ore del 6 novembre 2010 scrive “Già quantificate, invece, le somme da destinare all'Università: un miliardo da destinare al rifinanziamento, per almeno 700mila euro, del fondo di finanziamento ordinario degli atenei. Le restanti risorse dovrebbero consentire il finanziamento, con almeno 50 milioni aggiuntivi, delle borse di studio per gli studenti fuori sede, nonché portare fondi freschi per la riforma dell'università ferma al palo nell'aula di Montecitorio.” Così la velina de ministro è riproposta dalle colonne del foglio di Confindustria. E magari qualcuno dirà che è uno spreco tutto quel danaro destinato a quegli ingrati senza vedere che è facile con una mano dare 5 quando con l’altra si è tolto 10. I sicuri tagli dal 2009 al 2012 sono di oltre un miliardo e 400 milioni, al lordo dell’inflazione. Il resto, mi verrebbe da dire, è “tutto chiacchiere e propaganda”.

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